Nelle ultime settimane, hanno suscitato grande scalpore alcune applicazioni sviluppate per segnalare alle autorità competenti i cittadini stranieri che vivono illegalmente negli Stati Uniti. In particolare, secondo The Verge, a ricevere il sostegno di Donald Trump e dei filotrumpiani è stata ICERAID, un’app che promette di premiare con una criptovaluta proprietaria, il token RAID, “i cittadini che acquisiscono, caricano e convalidano le prove fotografiche di otto categorie di sospette attività criminali”. Tra queste i maltrattamenti di animali, i rapimenti, gli omicidi, le rapine, gli atti terroristici e, naturalmente, l’immigrazione clandestina.
[...] La tecnologia per difendersi dalla politica di Trump
Con l’intensificarsi delle azioni, politiche e non, messe in campo da Donald Trump per combattere l’immigrazione clandestina, anche i migranti stanno ricorrendo alla tecnologia per sfuggire ai raid delle forze dell’ordine e assicurarsi una permanenza nel paese. Secondo quanto riferito da Newsweek, nelle ultime settimane sta riscuotendo un buon successo SignalSafe, un’app di community reporting usata dai migranti o chi li aiuta per segnalare le operazioni degli agenti federali e della polizia locale. Una piattaforma che dichiara di non voler ostacolare le attività dell’ICE (United States Immigration and Customs Enforcement), ma che ha l’obiettivo di “dare potere alle comunità fornendo ai cittadini uno strumento per segnalare e condividere quello che accade negli spazi pubblici”, come riferiscono gli sviluppatori dell’applicazione, che per il momento hanno preferito mantenere segreta la loro identità.
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Newsletter N. 205 - 11 maggio 2025
Numero centrato soprattuto su AI, lavoratori e rapporti di potere
Dopo l’ondata di attenzione e infatuazione mediatica che ha accompagnato il lancio di ChatGPT e di molti altri strumenti di intelligenza artificiale generativa, dopo che per molti mesi si è parlato di vantaggi per la produttività, o di sostituzione del lavoro (soprattutto delle mansioni noiose e ripetitive) con l’AI, siamo arrivati a un punto dove si intravedono più che altro le prime sostituzioni di lavoratori. E ciò sebbene la promessa crescita di produttività lasci ancora molto a desiderare (non parliamo della sostituzione di ruoli).
Mentre gli stessi lavoratori del settore tech (un’elite che per anni ha viaggiato in prima classe anche nelle peggiori fluttuazioni del mercato del lavoro) si sono resi conto di trovarsi in una situazione piuttosto scomoda: più licenziabili, da un lato, e più esposti ai dilemmi etici di lavorare per aziende che hanno abbandonato precedenti remore per contratti di tipo militare, dall’altro.
Partiamo proprio dalla guerra.
Una parte di dipendenti di Google DeepMind (l’unità di Alphabet che lavora sull’intelligenza artificiale e tra le altre cose ha rilasciato Gemini, la famiglia di modelli linguistici di grandi dimensioni) stanno cercando di sindacalizzarsi per contestare la decisione dell'azienda di vendere le sue tecnologie ai militari, e a gruppi legati al governo israeliano.
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In questo numero della newsletter Guerre di rete:
La crescita dell’AI ha riproposto il dibattito sul Reddito di Base Universale
Da sempre, gli interessi economici hanno trainato lo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie di automazione, e da sempre la società civile ha cercato di partecipare alla conversazione sulle politiche relative al loro uso.
Chi beneficia dell’introduzione di una tecnologia nel processo lavorativo? Come riconfigura i rapporti con la forza lavoro? Cosa faranno i lavoratori che verranno rimpiazzati? Sarà possibile formarli nuovamente? O questi sviluppi tecnologici sono il preludio di una spirale di precarizzazione sistemica?
Tutte queste domande (e molte, molte altre) giocano un ruolo politico decisivo nelle economie di tutto il mondo. L’opinione pubblica che si genera attorno a esse rappresenta un equilibrio fondamentale, e la stessa idea sulle capacità effettive di una tecnologia, su come si possa sviluppare e come sia in grado di riconfigurare i rapporti di forza condiziona le scelte politiche, per cui diventa un tema delicato anche dal punto di vista propagandistico (come nel caso del cosiddetto AI doomerism).
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Leggi anche l'ultimo numero della newsletter di Carola Frediani
Fragili dal punto di vista sia tecnico sia organizzativo. Si presentano così le aziende sanitarie italiane di fronte agli attacchi informatici, per lo più di tipo ransomware (cioè diretti al pagamento di un riscatto), dei gruppi criminali internazionali che, ormai da anni, le prendono di mira. La conseguenza è la pubblicazione di informazioni estremamente sensibili riguardanti migliaia di cittadini.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire da Guerre di Rete, attraverso le informazioni rilasciate sui siti ufficiali delle cyber gang, solo negli ultimi due mesi del 2023 sono stati diffusi oltre 1,5 terabyte di dati sanitari (circa due milioni di file) sottratti a diverse strutture del nostro Paese. Dati che includono cartelle cliniche, fotografie di pazienti affetti da tumori cutanei, referti di abusi sessuali, esami per le malattie ereditarie, e liste dei vaccinati al Covid-19. Stando alle nostre fonti, alcuni file contengono persino nome, cognome e data di nascita di persone che sono state assistite dai centri di salute mentale, o dai servizi per le dipendenze patologiche. Un patrimonio enorme pubblicato sul dark web, la parte della Rete a cui si può accedere tramite specifici software, e che è alla portata di tutti.
C’è stato Pegasus project, poi Predator files. Le inchieste giornalistiche transnazionali che documentano la sorveglianza illegale su giornalisti, politici, dissidenti e attivisti sono sotto gli occhi di tutta l’Unione Europea. Eppure, a distanza di quasi due anni dalla nascita della commissione Pega – la commissione d’inchiesta istituita dal Parlamento Ue per “indagare sull’uso di Pegasus e altri spyware”, uno sforzo politico non indifferente per gli standard di Strasburgo – poco sembra essere cambiato.
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Leggi anche la newsletter di Carola Frediani
In questo numero:
Era nata da appena una trentina di giorni; aveva solo tre dipendenti e un sito web, nessuna tecnologia da provare, nessuna metrica da mostrare negli elevator pitch, le brevi presentazioni con cui si cerca di raccogliere fondi dagli investitori. Difficile per chiunque ottenere denaro e fiducia in queste condizioni, anche nel munifico mondo delle startup tecnologiche, sensibile alle mode del momento e malato di Fomo, Fear of missing out, la paura di perdersi la prossima Google o Facebook che spinge i capitalisti di ventura a piazzare un obolo quasi ovunque.
Mistral, l’ambizione di diventare l’OpenAI europea
Eppure, nonostante il curriculum scarno, a giugno 2023 Mistral AI, neonata startup francese, è riuscita a raccogliere ben 105 milioni di euro in un round di finanziamento a un solo mese dalla nascita. Secondo Dealroom, piattaforma che monitora gli investimenti in innovazione, si tratta di un record continentale. I fondatori Timothee Lacroix, Guillaume Lample e Arthur Mensch hanno un passato in grandi società impegnate nell’intelligenza artificiale, da Google a Meta, e sono nomi rispettati nell’ambiente. Ma non basta.
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Leggi anche la newsletter settimanale di Carola Frediani Questa settimana:
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber a cura di Carola Frediani
N.171 - 28 ottobre 2023
In questo numero:
INTERNET E CONFLITTO Blackout su Gaza
"Nella scorsa newsletter avevo raccontato come la Striscia di Gaza stesse subendo una progressiva riduzione della connettività. Negli ultimi tre giorni questa ha visto un ulteriore tracollo. Mentre le Forze di Difesa israeliane annunciavano di "espandere le operazioni di terra", il servizio che monitora internet Netblocks riferiva di un "crollo della connettività nella Striscia di Gaza". Vuol dire no internet, no comunicazioni telefoniche. Uno dei principali e ormai ultimi fornitori di telecomunicazioni palestinesi, Paltel, è stato fortemente colpito dagli intensi attacchi aerei, e ha dichiarato di aver subito "un'interruzione completa di tutti i servizi di comunicazione e internet" a seguito del bombardamento.
Interruzione confermata da Netblocks."
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Newsletter N.168 - 24 settembre 2023 a cura di Carola Frediani.
In questo numero:
In anteprima e in uscita progressiva per i donatori, e poi per i lettori, la monografia di guerre di rete sull'intelligenza artificiale
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber a cura di Carola Frediani N.167 - 4 settembre 2023
La newsletter riprende con l'annuncio dell’uscita del primo ebook di Guerre di Rete. Si intitola Generazione AI e, indovinate un po’, è dedicato agli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa, e al loro impatto sulla società, l’economia, la geopolitica. È stato ideato e curato da Carola Frediani, da Sonia Montegiove e da Federico Nejrotti, e i suoi articoli sono firmati da Stefano Casini, Antonio Dini, Carola Frediani, Federica Meta, Giuditta Mosca, Federico Nejrotti, Antonio Piemontese e Andrea Signorelli.
Troverete l’introduzione di Carola Frediani; Andrea Signorelli che racconta la storia del chatbot ELIZA e soprattutto di Joseph Weizenabum, e i suoi riverberi attuali; Antonio Dini ci trasporta in profondità nella “guerra fredda” dell’AI, lo scontro Usa e Cina, e le varie angolature geopolitiche della partita, da Taiwan all’Ucraina; Federica Meta si muove tra Usa, Ue e Cina, tra legislazione e investimenti, e poi analizza alcune delle aziende in campo; Federico Nejrotti racconta e analizza l’impatto dell’AI generativa sul mondo artistico; Giuditta Mosca sviscera un ampio studio, che analizza e critica il ruolo di Big Tech; Antonio Piemontese intervista alcuni esperti fra giornalismo, accademia e politica (Virginia Padovese; Mariarosaria Taddeo; Brando Benifei) sul rischio della generazione automatica di disinformazione; e Stefano Casini descrive alcuni degli strumenti di AI esplosi per il grande pubblico negli ultimi mesi.